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E' il 15 giugno 2017, sono sul volo Roma-Cancún con me ho tutta l’attrezzatura da Freediving e mi aspettano tre settimane di pura apnea in giro per i luoghi più belli e misteriosi del Messico. Non so ancora cosa aspettarmi, dall’ultimo viaggio “ricreativo” sono passati diversi anni e sono elettrizzato per l’avventura che sto per vivere.

Ho guardato foto, visto video e parlato con tutti gli apneisti che sono stati a fare tuffi nella riviera Maya e non vedo l’ora di andare a vedere con i miei occhi quei posti meravigliosi. Tra un pensiero e l’altro, stilo la lista dei must, quell’elenco di cose che assolutamente devo fare prima di tornare a casa, così da avere ben chiari gli obiettivi della vacanza.

Nell’ordine:

  • Fare apnea nei Cenote

  • Vedere gli squali balena

  • Fare qualche uscita ricreativa di apnea in corrente

  • Visitare le rovine Maya

Vorrei raccontarti tutto, e vorrei farlo adesso ma è stata un’esperienza talmente ricca di emozioni che è meglio se mi dedico ad un ricordo per volta, iniziando proprio dai Cenote.

Per gli aspetti organizzativi mi sono rivolto ad Amancay Freediving, una scuola di apnea a Playa Del Carmen gestita da una ragazza Argentina che si è occupata di organizzare tutte le attività, dalle sessioni sul cavo ai tour in giro per lo Yucatan.

Le giornate erano organizzate più o meno così: raggiungevo Amancay intorno le 10:00, preparavo la mia attrezzatura da freediving e alle 10:30 si partiva per andare a fare una sessione nei Cenote con rientro presso la scuola alle 17:30.

Se ti stai chiedendo cosa sono i Cenote lascia che te lo spieghi così: Cenote

Non potrò mai dimenticare la sensazione che ho avuto quando mi sono trovato davanti un Cenote per la prima volta, era Cenote Angelita, parlavo con dei ragazzi che stavano facendo un corso di apnea di primo livello e mentre camminavo e chiacchieravo con loro, nella giungl, tutto d’un tratto mi son trovato di fronte uno spettacolo mozzafiato. Immaginavo fosse bello ma non fino a quel punto, tutto era circondato da un’atmosfera magica e surreale, l’armonia tra acqua e natura era perfetta. Non “stavo più nella muta” avevo smesso di parlare, volevo solo andare a vedere cosa si nascondesse sotto quello specchio d’acqua incontaminato.

Ho percorso i gradini della scala di legno, mi son seduto sul bordo della piattaforma e ho messo i piedi nell’acqua, non era calda, l’avevo stimata intorno i 23/24 gradi ma con la 5 mm il freddo non era certo un problema. Sono rimasto li ancora un po’ per guardarmi intorno ho ascoltato il cinguettio degli uccelli, tutto era molto diverso dal mio schema abituale, rumori, odori, colori tutto nuovo.

Sono entrato in acqua e nonostante avessi la maschera e lo snorkel ricordo ancora l’odore che percepivo: hai presente quando sei in campagna e piove molto? Ecco quello era l’odore che sentivo, profumava di terra bagnata.

In quel momento ho capito che mi trovavo a fare apnea in un ambiente totalmente nuovo e non restava altro che prendere un bel respiro e andare ad esplorarlo.

Dalla superficie la visibilità era discreta, circa quindici metri, e migliorava sensibilmente non appena si iniziava la discesa.

Devi sapere che i Cenote hanno una particolarità, i primi trenta metri sono di acqua dolce mentre oltre quella quota c’è un aloclino, ossia il fenomeno di stratificazione dell'acqua con diverso grado di salinità, e l’acqua diventa salata. In questa zona di separazione è presente una nube di zolfo che caratterizza tutti i Cenote. Questa nuvola è troppo pesante per tornare in superficie ma allo stesso tempo troppo leggera per affondare, resta sospesa a mezz’acqua e separa le due acquee.  Quando il cielo è limpido e c’è tanta luce la nube funge da specchio e irradia tutto il Cenote con raggi di luce che danno vita ad uno spettacolo di forme e colori fantastici.Cenote reflection

Conoscevo bene la teoria, sapevo cosa si nascondeva lì sotto, ero pronto a vedere con i miei occhi la nube, ho eseguito l’ultimo atto respiratorio e son partito per il tuffo. L’acqua aveva un colore diverso rispetto al mare, tendeva al verde, ho continuato la discesa ero tra i dodici e i quindici metri, non riuscivo a stimare con precisione la quota in quanto l’acqua dolce esercita una pressione diversa a quella alla quale sono abituato, ho guardato verso il fondo e ho visto la nuvola di zolfo.

A quel punto ho preso il cavo guida e mi son fermato per osservare la nube gialla che rifletteva i raggi del sole, ricordo l’odore della terra che mi riempiva il gusto e l’olfatto, ho continuato a guardami intorno e in un angolo ho visto comparire dal giallo una sagoma che somigliava ad un relitto. Ho strizzato un po’ gli occhi per provare a mettere a fuoco e ho riconosciuto la sagoma di una mega roccia che risaliva dallo zolfo sulla quale era poggiato un albero gigante.

Troppe emozioni per un tuffo solo, così ho deciso di risalire e di preparare la seconda immersione. In risalita son rimasto colpito nel vedere le pareti rocciose del Cenote, erano tempestate di grotte e stalattiti, i colori andavano dal marrone scuro al grigio,  ogni tanto compariva una radice di ficus o di qualche giga albero. Come se non bastasse ho alzato lo sguardo verso la superficie e il cielo era racchiuso in un contorno circolare dove tutto il perimetro era formato dalla giungla.

Una volta emerso ho eseguito il protocollo di recupero e sulla faccia avevo stampata un’espressione da ebete, come se fossi appena tornato dal pianeta Marte.  Ho condiviso l’entusiasmo con i ragazzi ed iniziato il recupero.

Sapevo di dover attendere il mio turno ma la voglia di scendere di nuovo era fortissima non ce la facevo ad aspettare ero impaziente come un bambino, volevo tornare giù, più giù, ed osservare da vicino quel mondo che mai avrei immaginato potesse rapirmi a quei livelli.

Risalita dal Cenote

Mentre cercavo il modo per rilassarmi guardavo gli altri ragazzi scendere con il loro istruttore limitandomi a sbirciare la faccia che avevano quando riemergevano dal tuffo, e volendo usare la tipica frase con cui si descrive un apneista felice, “avevano il sole negli occhi”.

Sono contento di aver condiviso questa incredibile esperienza con te!

Stay tuned!

 

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Moving Limits team

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Mario

07 Marzo, 2018 - 19:38

Bravi bell'articolo! Mi avete fatto venire tanta voglia di andarci !

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