4 Diario dell’Apneista Esploratore – Finale di Stagione

Quanto e come è cambiata la tua attenzione durante l’apnea:

  • più focalizzata, ovvero capace di concentrarsi su un oggetto specifico, 
  • più flessibile, capace di spostarsi su più focus (dal respiro, ad un segnale dal corpo, ad un’emozione) senza perdersi 
  • più aperta, ovvero in contatto con un campo più ampio (dalle sensazioni del corpo, alle emozioni, ai pensieri, a ciò che succede intorno come i suoni dell’ambiente)
  • osservante, ovvero quell’attenzione capace di osservare ciò che ci succede come dall’esterno, senza farsi travolgere da pensieri o emozioni
  • altro

Nella pratica dell’apnea ho scoperto la possibilità di rendermi più disponibile all’osservazione di emozioni e sensazioni, senza cercare di sfuggirvi inseguendo pensieri o divagazioni della mente. Sono più presente a me stesso e questa attenzione al momento presente mi turba meno di quanto ricordassi. Provo ora infatti ad osservare me stesso senza indugiare nel confronto con il passato o nell’anticipazione del risultato, con attenzione ma senza la pressione del raffronto e del giudizio. Non sempre ci riesco ma è un percorso che sta dando buoni risultati.

Alessandro Unali

Ora sento che il focus è sempre alla mia portata, lo sento più stabile! Nel senso che dopo l’aggancio riesco a gestire meglio il divagare della mente… La mia attenzione durante l’apnea è decisamente cambiata, ora è molto più flessibile aperta e osservante: flessibile e aperta perché riesco a spaziare più agilmente dalla percezione del respiro alle sensazioni sia esterne che interne, fino a emozioni più intime . Osservante perché ho capito come trasformare quello che sento accadere intorno a me in punti “ponte” per arrivare al mio focus e trovare il relax . Noto che man mano che vado avanti trovo sempre maggiore consapevolezza dei miei  “viaggi mentali” Bellissimo !!!

Come in palestra cerco di allenare il fisico sempre al meglio, cercherò di allenare anche il mio cervello con la pratica, perché tutto questo avvenga nel modo più naturale possibile . 

Giovanni Bianco

Con un pò di pratica si possono ottenere davvero dei grandi risultati, credo che la mia attenzione si sia aperta a tutte le opzioni di questa domanda, riesco a focalizzarmi su un obiettivo specifico o posso essere mentalmente più flessibile. Restando in apertura riesco ad essere attento a tutto ciò che mi accade intorno mentre, durante una performance, restare ad osservare ciò che accade intorno, senza essere travolto da un brusio di pensieri (spesso negativi), mi consente performance nettamente superiori.Personalmente credo che un percorso Mindfulness di questo tipo mi abbia fatto crescere sia come istruttore che come apneista e voglio raccontarvi qualcosa di più di questa nuova esperienza.

07/05/18 Il primo incontro. Ero a Sharm el Sheik per uno stage di Apnea Moving Limits e alle 21:30 (Sharm) mi sono collegato insieme ad altri amici per la prima serata del corso Mindfulness. Ero curioso ed affascinato, l’idea di essere dall’altro lato del computer in versione allievo era una sensazione nuova, mi è piaciuta un sacco l’idea di potermi collegare e partecipare al corso esattamente da dove mi trovavo, su un divano vintage nella all dell’albergo del Domina Coral Bay, mi ha dato come una senso di libertà.Nel primo incontro Rossella ci ha guidato in una meditazione che ho trovato semplice da seguire ma dalle grandi potenzialità, consisteva nell’ associare una determinata sequenza numerica al respiro. Il giorno seguente ho provato ed effettuare quella meditazione nel lavoro, durante la fase di recupero tra un tuffo ed un altro, nel momento in cui la testa parte in una serie di pensieri vorticosi mentre tutto quello di cui ho bisogno è restare concentrato sul momento e raccogliere le energie per il tuffo successivo. Giuro che è stato incredibile come questo esercizio sia riuscito ad impedire alle solite sensazioni di prendere il sopravvento, riuscivo a restare vincolato a quello che stavo facendo e il recupero tra un tuffo ed un altro era diventato molto più semplice e mi sentivo sempre pronto per la discesa successiva. Ok faccio una piccola parentesi perchè mi rendo conto che i lettori non sono solo apneisti quindi mi sembra giusto spiegare un pò meglio questo concetto. Per tuffo intendo l’inizio di una performance apneistica che parte dalla sommozzata e termina con la riemersione. Durante un tuffo gli allievi scendono a profondità, spesso anche impegnative e, da istruttore, seguo personalmente tutti gli allievi durante tutti i tuffi. Ciò significa che durante un’ora e mezza di mare è più il tempo che passo sotto la superficie dell’acqua. Durante una lezione il tempo di recupero, ovvero il tempo che passa tra un tuffo e un altro è, come ho già detto, fondamentale per raccogliere le energie. Se in questa fase lascio che la testa si perda in mille pensieri non riesco ad essere pronto per il tuffo successivo. Ad un occhio esterno questo può sembrare un risultato banale ma fidatevi se vi dico che io ero già strafelice di questo traguardo. Con gli incontri successivi e con la pratica a secco il mio grado di ascolto lavorativamente parlando è cresciuto sensibilmente, durante un tuffo i parametri che osservo negli apneisti sono infiniti, dalla tecnica di immersione alla posizione della lingua, sono alla ricerca continua di contrazioni muscolari, di espressioni facciali, di piccolissimi dettagli; riuscire a ricordare tutto quello che accade nella discesa non è semplice soprattutto se si parla di quote impegnative. Gli esercizi di meditazione in questo hanno dato un grande contributo, praticare a secco ha permesso di istaurare degli automatismi che adesso riesco a riprodurre anche durante l’apnea con discreta facilità. Per quanto riguarda il lato ricreativo, cioè quando faccio apnea per me, ho avuto un miglioramento non tanto nella profondità quanto sui tempi di apnea e sul comfort durante il tuffo. Basta chiudere gli occhi durante la discesa per aprire le porte ad un mondo di sensazioni infinite e quando ti perdi nell’ascolto, quello bello, senza giudizio, allora vengono fuori delle apnee che ti lasciano davvero senza respiro 🙂  Che dire di più, esco davvero soddisfatto da questo corso e sento di aver imparato molto, sono consapevole che questo è un punto di partenza e non di arrivo e so che la pratica della mindfulness va coltivata giorno dopo giorno, e questo è esattamente quello che ho intenzione di fare. 

Voglio ringraziare Rossella, che mi ha guidato durante questo percorso, per la sua disponibilità e perchè sa trovare sempre la parola giusta nel momento giusto. Il Team di Moving Limits che ha reso possibile questa esperienza e mi ha dato la possibilità di viverla, e tutti voi, che ci avete seguito durante questo percorso.

Noi invece vogliamo ringraziare tutti i partecipanti di questa prima edizione, in particolare i nostri 3 esploratori per avere voluto condividere con noi questo percorso così intimo e profondo.

Finisce la prima stagione del diario ma diamo appuntamento a Settembre a tutti gli interessati alle nuove edizioni. Vi ricordiamo che il corso è sì dal vivo ma online, per cui non avrete la necessità di recarvi ad un appuntamento, poterete partecipare facilmente da ovunque voi siate. Per saperne di più sulle edizioni in partenza, vi invitiamo a dare un’occhiata alla presentazione del corso qui e a rileggere i post dedicati al diario. Per conoscere le date, gli orari, i costi e iscrivervi questo è il link.

Vi aspettiamo a Settembre! E magari, se vi farà piacere, potreste essere i protagonisti della nuova stagione del diario!

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