“…mentre ero sott’acqua, mi ha fatto riflettere sentire il battito del cuore rimbombare fortissimo in mezzo al silenzio e la sensazione di essere rilassata… in una condizione diversa dal normale… bellissimo è stato pinneggiare per tutta la vasca guardando la striscia blu sfrecciare sotto i miei occhi, sembrava una pista di decollo da cosi vicino.” A parlare non è un nuotatore professionista o un apneista esperto ma Gaia Piazza, (nazionale italiana di canoa, 6° nel Ranking Mondiale specialità Maratona Canoa K1)
Lo scorso 15 marzo ho avuto il piacere e l’onore di essere invitata a partecipare a una serata dedicata al tema: L’apnea al servizio dello sport – I benefici di trattenere il respiro, evento patrocinato dal Comune di Sesto Calende e organizzato dal centro sportivo Wave, dove mi alleno. Insieme a me e al mio allenatore, Emiliano Scaburri, è intervenuta anche Gaia che ci ha raccontato la sua esperienza e le sensazioni che l’apnea le ha lasciato. Ma cosa hanno in comune apnea e canoa? Come l’apnea può migliorare una performance sportiva? Semplice! In ogni disciplina sportiva c’è un momento in cui si va in debito di ossigeno…Ecco! saper gestire quel momento può fare la differenza e per rimanere efficaci anche in quel frangente, il segreto è imparare a respirare. Sembra paradossale ma per eseguire un lungo stato di non respiro è necessario saper respirare consapevolmente, o meglio come piace dire a me e a Emiliano: far respirare corpo e mente insieme.
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Questa consapevolezza porterà in dote due doni:
- Diretto – Meccanico: Con una respirazione completa si riescono a scambiare più volumi e ciò ci consente di ossigenare meglio il sangue con una conseguente maggior disponibilità per i nostri muscoli ai quali possiamo chiedere di compiere lavori più impegnativi.
- Indiretto – Psicologico: Il respiro è una funzione fisiologica fortemente connessa alle emozioni, la frequenza e l’ampiezza della respirazione variano e seconda delle nostre emozioni e di come riusciamo a gestirle, ma è vero anche il contrario: una respirazione consapevole ci aiuta a controllare le emozioni quando cercano di renderci ostaggi. La paura di morire per chi fa apnea, l’aspettativa di un olimpionico che si allena 3 anni 364 giorni per 10 secondi di gara….sono solo 2 esempi di emozioni in grado si sopraffarci.
Per cui anche lo stato di non respiro diventa un momento di introspezione, di ricerca, consente di entrare in contatto con le parti più intime, quelle più nascoste, l’io più profondo che è in ognuno di noi.
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Trattenere il fiato ci costringe a osservarci, ad ascoltarci. Mettersi in modalità ascolto, sentire il battito del nostro cuore i pensieri che vanno e che vengono è la chiave per esplorare i nostri limiti trovare gli strumenti per superarli e affrontare ogni percorso con più consapevolezza. In questo senso allenarsi a trattenere il respiro può essere uno strumento di grande aiuto per la riuscita di qualsiasi prestazione sportiva.
Da più di un anno, con Emiliano, lavoriamo al consolidamento di un programma che prevede l’allenamento apneistico come strumento utile alla preparazione nelle altre discipline sportive. L’idea è protocollare il metodo e inserirlo nel libro che da tempo abbiamo in mente di scrivere. L’incipit potrebbe essere: la domanda che mi sento fare più spesso è: “Come si può arrivare a realizzare la distanza lineare di 247.30 metri nuotando in 3minuti e 57 secondi? Qual è il tuo segreto?” Imparare a respirare, è la risposta!
A presto,
Livia