Elogio all’errore, ovvero la pesca sub

Amo la pesca perché è una sterminata collezione di insuccessi, una galleria infinita di errori interrotta da qualche preda orgogliosamente esibita su social e avatar.

 

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Errare ha due significati: commettere errori e vagare alla ricerca di qualcosa; in quest’ultima forma è più vicino all’idea di sperimentare e, personalmente, è il modo che ho scelto per assolvermi da tutte le capovolte sbagliate, i pesci mancati, quelli strappati, le aste piegate e tutto il campionario di insuccessi che ho raccolto da quando ho iniziato a pescare. Saper fallire, può apparire paradossale ma è anche la chiave di successo di molte aziende, probabilmente di tutte quelle che vogliono portare innovazione nel mondo.
Alcuni esempi:

Samuel West, studioso di management che ha dedicato all’errore un museo nella civile Svezia dice: “Anche le maggiori società, toste e dotate di grande competenza, sperimentano fallimenti …Il trucco sta nel creare una cultura organizzativa che accetta l’insuccesso in modo da fallire in piccolo… invece che alla grande”. Il segreto sembra essere, quindi, un approccio scientifico all’errore: la sperimentazione è diversa dall’esperienza perché è frutto di un’analisi e include l’errore come step necessario dell’apprendimento. Questo concetto è molto noto a tutti quelli che praticano, per esempio, arti marziali.

Reed Hastings, CEO di Netflix: “La nostra percentuale di successi è troppo alta al momento, abbiamo cancellato veramente pochi show. Al team che si occupa dei contenuti dico sempre di correre dei rischi, di provare cose sempre più folli. Quindi dovremo avere anche una più alta percentuale di titoli cancellati“. Non c’è innovazione se non c’è incertezza. L’incertezza ha bisogno di uno spazio sicuro perché le persone decidano consapevolmente di correre rischi. Se le organizzazioni sono sistemi viventi e non macchine evolvono attraverso il caos della creazione.

E infine, per i più filosofici errare ha a che fare con le nostre paure più intime: “Per i primi tre mesi piazzo ogni studente davanti a un tavolo con sopra mille fogli bianchi e sotto un cestino. Ogni giorno devono stare li e scrivere le loro idee. Le idee che gradiscono le mettono sul lato destro del tavolo; quelle che non gradiscono le buttano nel cestino. Ma il cestino non viene mai svuotato. Dopo tre mesi prendo solo le idee finite nel cestino. Non guardo neanche le idee che piacevano. Il cestino infatti è una miniera delle idee che hanno paura di realizzare”. (Attraversare i muri. Un’autobiografia è il Libro di James Kaplan e Marina Abramović)

In sintesi, le aziende che hanno abbracciato la cultura dell’errore per migliorare performance e profitti hanno introdotto con successo queste pratiche nella loro routine:
1.    L’errore non esiste ed è incentivato perché è solo una fase naturale della sperimentazione
2.    Prototipare, “più velocemente fallisci, prima avrai successo”, fare tanti tentativi piccoli e ravvicinati
3.    Leadership partecipativa (spazi sicuri dove vivere l’incertezza e distribuire il peso degli errori
4.    Celebrare i fallimenti (Jeff Immelt, Ceo di General Electric, aveva istituito i Failure Awards, che ogni anno premiava i maggiori fallimenti interni all’azienda)
5.    Pienezza (aiutare le persone a non indossare maschere anche nei luoghi di lavoro)

Se decidessimo di tradurre questi insegnamenti e queste pratiche nelle nostre sessioni ricreative di pesca? Ecco alcuni suggerimenti per fallire in piccolo!
1.    Utilizza quelle giornate in cui ti sembra che tutti i pesci siano scomparsi dal pianeta per sperimentare modi nuovi di fare le stesse cose, anche quelle che in passato ti hanno garantito successi.
2.    Prepara prima a tavolino le tue sperimentazioni e registra sensazioni e risultati come farebbe un ricercatore in cerca del nuovo farmaco.
3.    Sperimenta tanto e velocemente: non guardare l’orologio, tuffi da 2,40 non ti faranno prendere più pesci e ti costringeranno a recuperi infiniti e tanto freddo in più.
4.    Chiedi sempre un feedback ai tuoi compagni di pesca sulle azioni e filmale per rivederle con calma a casa. Anche il tuo corpo può darti dei messaggi importanti: alcuni pescatori sparano un colpo a vuoto per “sintonizzare” polso e fucile.
5.    Filma le tue “padelle” e mostrale con orgoglio su youtube. Per esempio, a noi piace molto il video qua sopra, dove Giovanni manca completamente un fantastico sarago faraone.
6.    Allena la tua parte mentale con la stessa dedizione che impieghi per quella fisica. Una buona pesca parte dal rito della vestizione.

Michael Jordan a canestro

Il mio suggerimento per affrontare la prossima sessione di pesca, lo prendo in prestito dal grande Michael Jordan: “ho sbagliato più di 9.000 tiri. Ho perso quasi 300 partite. Per 26 volte i miei compagni si sono affidati a me per il tiro decisivo… e l’ho sbagliato. Ho fallito tante e tante e tante volte nella mia vita. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto.

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