Ho imparato a non aver paura di avere paura

La paura è un sentimento naturale per l’uomo, come la fame, la sete…ed è essenziale per la sopravvivenza, saremmo morti mille volte senza il freno della paura. E questo straordinario meccanismo di sopravvivenza, diventa ancora più importante quando ci troviamo a praticare una attività che comporta dei rischi, come l’apnea. Anzi spesso è proprio la paura che ci aiuta a mantenere alta l’attenzione e a fare le cose al meglio.  Eppure, quando prende il sopravvento, la paura può diventare un ostacolo, può bloccarci, può diventare paralizzante, può farci sbagliare…questo accade nel momento in cui ci lasciamo sopraffare dall’emozione “paura” e perdiamo il controllo della situazione.

Pensate a quanti calciatori professionisti di caratura mondiale, da Baggio in poi hanno sbagliato rigori decisivi in finali mondiali. Avevano tirato migliaia di calci di rigore con successo, ma quel giorno la paura di sbagliare ha avuto la meglio.

E a te è mai capitato, pensando alla paura, di visualizzarla come un peso che ti schiaccia? Ecco, questo è il tipo di pensiero che induce a scappare. D’istinto spesso si è portati a scappare dalle proprie paure, sfuggire ai propri limiti, per evitare magari che il confronto con essi induca pensieri fallimentari…ho paura, mi giro e torno indietro. E in fondo verrebbe da domandarsi: perché dovrei affrontare le mie paure?

  • Per non permettere che esse passino in vantaggio limitando le nostre vite
  • Per scoprire cosa c’è oltre e comprendere che noi siamo in grado di superarle 
  • Perché se non miglioriamo, nel tempo il nostro destino è quello di peggiorare

Quindi quale può essere la maniera migliore di relazionarsi con la paura? Per me è stato importante imparare ad accoglierla e affrontarla con un atteggiamento “paritario”: io valgo almeno quanto le mie paure, anzi valgo più delle mie paure. Ho imparato a non aver paura di “aver paura”. E se i limiti sono principalmente nella mente, anche accettare di non avere limiti diventa un percorso attraverso le proprie paure. Niente è impossibile, ma serve la volontà, prima di tutto, e la capacità poi, di andare incontro alle proprie paure e ai propri limiti, con rispetto ma senza timore, trovando cosi la strategia giusta per sorpassarli. E alcune volte potrà anche essere un fallimento, ma provarci è l’unica maniera per crescere.

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In effetti l’apnea offre una meravigliosa occasione di riconoscere e affrontare la paura, in tutte le sue forme. Anzi, a ben pensarci, il significato più alto della sfida che gli sport estremi offrono risiede proprio nel fatto che obbligano l’essere umano a incontrare le proprie paure, a scomporle e analizzarle, a individuare i propri limiti, a distinguere quelli mentali da quelli fisici o tecnici, a porre le basi per superare se stessi là dove si era fallito in precedenza. Io ho avuto paura tante volte e di cose completamente diverse.. paura di fallire, di deludere le aspettative, paura di sbagliare, anche paura di morire. Ci sono paure circostanziate, che nascono e muoiono in un episodio, legate a “incidenti”, imprevisti o difficoltà occorsi in profondità, e po ci sono paure generiche che invece si radicano nell’anima e che vivono al di là della realtà e della razionalità. Ovviamente le più complesse da superare sono le seconde, nella vita sotto e sopra il pelo dell’acqua, proprio perché essendo sciolte da contesti o eventi precisi sono difficili da analizzare e comprendere appieno. Anche se sviscerando bene le mie paure, magari col giusto distacco temporale, ho scoperto che in realtà esse celavano sempre malesseri personali, stanchezza, difficoltà di concentrazione. Per esempio, praticamente tutte le paure che mi è capitato di provare durante la preparazione delle gare, si sono poi attenute nelle giornate di gara e sono svanite completamente una volta finite le gare.

Chiara Obino apnea ricreativa

 

È un classico che il tuffo che faccio appena dopo aver finito la stagione di gare, sia completamente libero da qualsiasi tipo di paura, che magari mi attanagliava fino alla settimana prima. Ogni paura mi ha aiutato a crescere come persona, prima che come apneista, e ogni volta ho riscoperto ancora più forte la mia attrazione verso la profondità, verso il mare e le potenzialità sconfinate che offre in termini di crescita.

Ho imparato a gestire l’apnea profonda in maniera più consapevole e informata, lasciando poco spazio all’improvvisazione o alla approssimazione: tutto è preparato e realizzato secondo standard di sicurezza elevatissimi e sempre nel massimo rispetto delle condizioni esterne, delle circostanze specifiche, del mio stato di forma di ogni giornata. Ho imparato a rinunciare, quando è necessario. Ho scoperto di non avere limiti, ma anche di aver bisogno di tempo per esplorare questo territorio sconfinato. 

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