L’ennesimo incidente di pesca subacquea che poteva essere evitato
Chiudi gli occhi, è il tramonto e l’acqua è calda e trasparente, sei con il tuo compagno nel bel mezzo di un’esaltante battuta di pesca, all’improvviso un boato e avverti sulla gamba un colpo così forte che in un primo momento pensi di essere stato investito dall’elica di una barca. Ti guardi il piede e ti rendi conto che un’asta taitiana te lo ha appena trapassato.
Lo scorso 24 agosto purtroppo al mio compagno è partito accidentalmente un colpo e io fatalmente ero sulla sua linea di tiro.
Realizzato che mi aveva sparato al piede e superato lo shock iniziale, ho stretto i denti e ho nuotato fino alla barca, dove sono riuscito a salire da solo, non ricordo altri momenti della vita in cui sono stato così forte.
Poi l’adrenalina ha fatto il resto: dovevo arrivare in ospedale prima possibile per ridurre al minimo le possibilità di dissanguamento e di infezione. Mi hanno sparato verso le 17.30, alle 18.45 ero al pronto soccorso di Sebenico, alle 22.15 ero in sala operatoria, qualche giorno dopo sul divano di casa. In quei giorni ho atteso con angoscia i risultati degli esami di accertamento effettuati a Milano, non sapevo se sarei mai tornato a camminare e a pinneggiare. Poi finalmente gli esiti degli esami: “è andata davvero bene!”, le radiografie, la risonanza magnetica e la TAC confermano tutte che la taitiana si è insinuata tra le 28 ossa presenti nel piede, fratturandone una soltanto, non ha lesionato né arterie, né tendini né nervi.
Miracolosamente esco da questa brutta avventura, un po’ acciaccato ma ancora in grado di pinneggiare. Soprattutto ne esco con una serie di domande che mi frullano per la testa che, da pescatore, vorrei rivolgere agli altri pescatori subacquei, agli artigiani che producono fucili, alle grandi aziende che operano nel settore della pesca in apnea. E ho anche una serie di domande che mi pongo come istruttore. Domande scomode che ci mettono davanti al lato critico di questa meravigliosa passione. Probabilmente sono domande che non mi sarei mai posto se non mi avessero sparato. Prima dell’incidente il mio approccio alla pesca subacquea era decisamente più disinvolto.
E tu? Sei disposto a metterti in discussione?
Prima di rispondere…Chiudi gli occhi, è il tramonto e l’acqua è calda e trasparente, sei con il tuo compagno nel bel mezzo di un’esaltante battuta di pesca, all’improvviso un boato, ti rendi conto che la taitiana del tuo fucile ha appena trapassato il piede del tuo compagno.
Mi piacerebbe che ci scrivessi nei commenti al post il tuo punto di vista, così da poter magari aprire un confronto con produttori di fucili, didattiche, istruttori e tutti i soggetti in qualche modo coinvolti per proporgli delle idee che possano contribuire alla prevenzione di incidenti di questo tipo.
A presto,
Fede