È il 30 maggio 2010 quando Guillaume Néry pubblica sul suo canale YouTube il video “Free Fall (Base jumping at Dean’s Blue Hole)”.
{“preview_thumbnail”:”/sites/default/files/styles/video_embed_wysiwyg_preview/public/video_thumbnails/uQITWbAaDx0.jpg?itok=V7CGnN8d”,”video_url”:”https://www.youtube.com/watch?v=uQITWbAaDx0″,”settings”:{“responsive”:1,”width”:”854″,”height”:”480″,”autoplay”:1},”settings_summary”:[“Embedded Video (Responsive, autoplaying).”]}
Nel momento in cui scrivo queste righe, il filmato ha avuto più di 26 milioni di visualizzazioni ed è dai tempi dei duelli epici di Maiorca e Mayol, proseguiti con la rivalità tra Pelizzari e Pipin, che l’apnea non aveva questa visibilità. Telegiornali, spot pubblicitari, festival del cinema, social network, il video di Guillame fa uscire l’apnea dalla ristrettissima cerchia degli addetti ai lavori e le dà una nuova connotazione, una nuova pelle. Fino ad allora l’apnea, per chi non la praticava, era vissuta come una disciplina per gente un po’ fuori di testa, che spingeva i suoi limiti oltre l’umano; dei supermen che si rincorrevano per stabilire nuovi record. Guillaume e Julie la rendono moderna, “cool” e attraente, mostrano qualcosa che va aldilà delle prestazioni e lo fanno in un modo splendido, irreale, sognante. La gente ne rimane affascinata, l’apnea ricreativa è sdoganata.
Se c’è un personaggio di cui l’apnea aveva e ha bisogno è proprio Guillaume Néry. Oltre a essere uno degli apneisti più profondi ed eleganti al mondo è, diciamocela tutta, un “fico”: aria sognante e guascona, bel ragazzo, dà l’idea di essere una persona con la quale berresti volentieri una birra insieme. Ma, per chi scrive, il suo pregio più grande va aldilà delle sue imprese sportive, Guillaume riesce a mostrare e raccontare il lato nascosto e profondo dell’apnea, quel qualcosa che va oltre il puro gesto tecnico e la competizione, qual qualcosa che tutti gli apneisti cercano e vivono quando si trovano in profondità, quella bellezza e comunione con la natura che si prova tuffandosi nelle profondità del mare.
Nel libro non troverete i segreti per diventare come Néry, non ci sono spiegazioni dettagliate su come effettuare il Mouth-Fill o tabelle di allenamento alle quali potervi ispirare, non è questo quello che ha intenzione di comunicarci Guillaume. Ci parla invece della sua vita e del suo modo di vedere e fare apnea, lo fa accompagnandoci lungo un sentiero, affascinante come lo sono quelli delle montagne sulle quali ama andare, che si dipana attraverso ricordi, amicizie, riti e gesti tecnici, consigli pratici, l’amore per la sua la famiglia, la fisiologia dell’immersione, il suo ego, i suoi dubbi e le sue paure.
“La grande profondità rivela l’animo di ciascuno” e Guillaume ci mostra il suo in un modo più simile a una chiacchierata con un amico che non a un testo organico. Il libro scorre facilmente, Néry si racconta a 360°, a volte in modo disordinato ma sempre sincero e diretto, tanto che una volta arrivati alla fine ci mancherà non sentire più la voce dei suoi pensieri.