Mirco Massone

21 March, 2018 - 15:28

Ciao Fede.
Anch'io, come molti altri, nulla sapevo dell'incidente. Mi spiace moltissimo.
Un aneddoto, che mi riguarda, e che ha posto un definitivo addio ad ogni mia pescata:
Molti anni fa pescavo, non forte come te, ma pescavo, le mie pescate, anche a 20-25 mt di profondità, le facevo.
Un giorno decisi con amici di fare una pescata in quel di Riva Trigoso, in gommone.
Appena arrivati sul luogo di pesca decisi di scendere dal gommone senza indossare l'intera attrezzatura, perché attirato da un gruppo di sparidi di taglia che razzolava sotto la chiglia del gommone.
Mi faccio passare il fucile, all'epoca era un apache 100 con gomme da 16 e thaitiana da 6 in armonico mono-aletta.
Non indosso i guanti, perché preso dalla fretta di sparare quei bei saraghi sotto di me.
Carico il fucile, come tante volte avevo fatto in passato.
Purtroppo succede che l'ogiva in acciaio inox, che ha sempre dimostrato una tenuta perfetta, questa volta si fosse agganciata male all'asta.
Avevo le dita scoperte, ovvero non protette dai guanti cun cui ero solito fare le mie pescate.
L'ogiva salta, e si fionda contro il mio mignolo destro. Mi apre in due un polpastrello, lasciando acqua tra il pezzo staccato e quello ancora attaccato all'osso. Una nuvola di sangue mi avvolge, ed un intenso (ma non insopportabile) dolore mi prende il dito e la mano. Per fortuna capisco che il dito è ancora attaccato, perché vedo l'osso integro.
Capisco in breve l'accaduto, la battuta di pesca finisce in ospedale in quell'istante, con un rapido trasporto all'ospedale di Chiavari, una lunga attesa, punti e terapia antibiotica.
Conclusione: ho rischiato di perdere un dito perché sono stato preso dalla voglia di sparare ad un pesce.
Mi sono chiesto perché arrivare a tanto. Il mio incidente è uno dei tanti, tra chi pesca. Molto meno grave del tuo.
Da quel momento ho però deciso che non avrei mai più preso un fucile in mano.
Così ho fatto.